I carcinoma uroteliali sono neoplasie che colpiscono l’urotelio, cioè un tappeto di cellule dette di transizione, con una particolare forma ad ombrello, le quali vengono a contatto con l’urina dal momento che rivestono tutto l’apparato urinario, dai calici renali sino all’uretra.
La vescica è la porzione più colpita da questo tipo di neoplasia, ma tumori delle cellule di transizione si possono presentare anche a carico dei calici renali, degli ureteri e dell’uretra.
TUMORE DELLA VESCICA
Il tumore più frequente (90 % dei casi) a carico della vescica è quello a cellule uroteliali, mentre sono rari i casi di carcinoma squamocellulare.
Essendo un tumore a cellule uroteliali, la neoplasia vescicale può crescere, proliferare e anche recidivare lungo tutta la via escretrice urinaria sia alta (a livello dei calici renali e l’uretere) sia bassa (a carico dell’uretra).
EPIDEMIOLOGIA
Il tumore della vescica è il quarto tumore per frequenza nell’uomo e la seconda neoplasia più frequente tra i tumori dell’apparato urinario. Nella maggioranza dei casi (circa il 70 %) al momento della diagnosi la neoplasia non infiltra gli strati più profondi della parete vescicale, dove è presente il muscolo, ma rimane confinato nello strato superficiale.
EZIOPATOGENESI
Le principali cause di tumore vescicale sono il fumo di sigaretta, l’esposizione professionale a sostanze chimiche (benzene e suoi derivati ed amine aromatiche),
la pregressa radioterapia pelvica, l’alimentazione (ricca di grassi e povera di frutta e verdura), la schistosomiasi urinaria (una infezione parassitaria diffusa maggiormente in Africa, Asia, Sud America, responsabile dello sviluppo di neoplasia di tipo squamoso), la chemioterapia (in particolar modo l’uso di ciclofosfamide).
DIAGNOSI
La diagnosi di tumore vescicale è basata sulla sintomatologia riferita dal paziente, cioè sulla macroematuria (urine con sangue vivo visibile) associata a sintomi irritativi (urgenza minzionale, bruciore urinario, minzione frequente). Di fronte ad un quadro clinico simile sono indicati i seguenti accertamenti: l’esame citologico su tre campioni di urina (esame che consente di accertare la presenza di cellule neoplastiche nelle urine, anche se è un esame maggiormente sensibile per le neoplasie ad alto grado); l’ecografia dell’apparato urinario (anche se permette di vedere solo neoformazioni di diametro maggiore di 5 mm ed è utile per fare diagnosi di idronefrosi secondaria alla presenza di neoplasia vescicale), la cistoscopia (esame che permette attraverso uno strumento rigido o flessibile di vedere la presenza di neoformazioni all’interno della vescica o dell’uretra), l’URO-TC e/o la URO-RM con mezzo di contrasto (sono utili sia per capire se il tumore è localmente avanzato ed infiltra il grasso perivescicale, sia per identificare eventuali localizzazioni della malattia a carico dell’alta via escretice o secondarismi a carico di altri organi), la scintigrafia ossea (utile nella stadiazione per la ricerca di eventuali metastasi ossee).
TERAPIA