Neoplasia Renale


EPIDEMIOLOGIA

Il tumore renale costituisce il 2-3% circa di tutte le neoplasie ed è maggiormente presente nei paesi sviluppati, dove sono particolarmente diffusi il fumo e l’obesità, maggiori cause di queste neoplasie. Esistono diversi istotipi, ma il più frequente è quello a cellule chiare che comprende circa il 78% di tutte le patologie maligne renali. E’ maggiormente diffuso negli uomini rispetto alle donne con un rapporto di circa 2 a 1 con un picco di incidenza tra i 60 ed i 70 anni di età.


DIAGNOSI

Nella maggioranza dei casi (più del 50 %), oggi il tumore renale viene diagnosticato incidentalmente per indagini strumentali (ecografia, TAC o Risonanza Magnetica) eseguite a carico dell’addome per altri motivi. La sintomatologia classica costituita da dolore al fianco, macroematuria (sangue nelle urine) e massa addominale palpabile, è quindi ad oggi molto rara. In un 30% dei pazienti ai sintomi sovradescritti si possono associare sindromi paraneoplastiche, come: cachessia, ipertensione, febbricola, neuromiopatia, fino ad arrivare a dolori ossei per la presenza di metastasi.
Il primo approccio strumentale nella diagnosi di queste neoplasie è ecografico, infatti gli ultrasuoni hanno il vantaggio di non utilizzare radiazioni, né mezzi di contrasto iodati, di avere un costo limitato e di non essere un esame invasivo. L’ecografia permette di distinguere le lesioni cistiche da quelle solide, ha tuttavia come limite il basso potere diagnostico per tumori di dimensioni inferiori ai 3 cm di diametro (65-80%). Al contrario la TAC e la Risonanza magnetica, eseguite con e senza infusione di mezzo di contrasto, forniscono informazioni oltre che sulla forma anche sul funzionamento dei reni, sulle dimensioni del tumore, sulla sua posizione,  sull’eventuale coinvolgimento dei vasi renali e dei linfonodi locoregionali e sullo stato degli organi adiacenti.
Per completamento della stadiazione della malattia è utile anche l’esecuzione di una scintigrafia ossea, in quanto fornisce informazioni circa l’eventuale presenza di metastasi scheletriche.


TERAPIA

La terapia di prima scelta nel trattamento del tumore renale localizzato è l’intervento chirurgico di nefrectomia parziale o totale a seconda delle dimensioni e della posizione della lesione. Oggi il gold standard per le lesioni inferiori ai 7 cm è quello di asportare solamente la lesione renale preservando il resto del parenchima renale sano. Nei tumori di maggiori dimensioni, invece, per avere una maggiore radicalità oncologica si preferisce asportare tutto il rene, anche nei casi di malattia avanzata con metastasi diffuse, per poter eliminare la macroematuria e perché si è visto che la rimozione del tumore principale (debulking) migliora la risposta al trattamento anti-angiogenetico.

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